Non Temete Io sono con voi

Archive for marzo 2009

 
 
 
 
Ehi, questa mattina giù al parco,sai si parlava di quando ci si
allenava nel fango e il mondo lo si scopriva giocando, ricordi il tipo
che parlava poco, lui già vedeva il suo scopo, dentro lo sguardo
bruciava quel fuoco, amava il gioco, amava il suo pallone, viveva per
diventare il migliore, lo si chiamava il campione, sembrava un uomo con
le sue scarpette addosso, guardava avanti fisso e diceva a se
stesso :
Ci sei solo tu, con quella porta davanti
(e un tiro da segnare che aspetta per svelarti se…)
tu ti fai i sogni per cui tu corri
(li meriti davvero o son solo illusioni folli !)
Solo tu e quella porta più in là
(sotto i fischi di tutti quando quel tiro non va)
particolari sciocchi
(se pari si vede dagli occhi)
niente paura tu corri, tu corri
niente paura tu corri
THEMA :
In questa vita niente è dato per niente, diceva continuamente quel
ragazzino già grande coi sogni d´adolescente, nel campetto tra i
palazzi si allenava al mondo metteva il cuore sul campo e mostrava il
suo talento, attento ad ogni appunto dell´allenatore, cresceva col suo
pallone, la stoffa del giocatore, un campione coi sogni impressi negli
occhi, suo padre là sugli spalti si rivedeva in carriera quando giocava
ai suoi tempi, per non deluderlo fece un provino e subito siritrovò con
un contratto in fronte a un grande pubblico, vide i suoi
sognirealizzati in un lampo, il ragazzino ora è un uomo che da
spettacolo in campo,ed è l´orgoglio del padre, di tutta la famiglia,
negli occhi lo stesso fuoco e quando combatte nell´area, mette la
voglia, fantasia, altruismo per la sua squadra, mentre ripete a se
stesso cercando la sua
vittoria:

Ci sei solo tu, con quella porta davanti
(e un tiro da segnare che aspetta per svelarti se… )
tu ti fai i sogni per cui tu corri
(li meriti davvero o son solo illusioni folli !)
Solo tu e quella porta più in là
(sotto i fischi di tutti quando quel tiro non va)
particolari sciocchi
(se pari si vede dagli occhi)
niente paura tu corri, tu corri
Solo tu . . . sotto i fischi di tutti se quel tiro non va . . .niente
paura tu corri . . .
GRIDO :
Mentre dall´alto dei gradini, per bambini ed ultras, sei uno che ama
tuttoquello che fa, problemi non ha, che non fatica, tu sai che non è
così maquello guarda la tua vita da là in fondo, che ne sa di chi
rovina quello per cui tu vivi, attaccanti sorridenti, finti e spenti
trasformati in bimbi, col contopieno e un matrimonio sincero, o con
donne che mai hanno amato davvero,ecco perché fermarsi qui è troppo
facile ormai, e dire basta così ti rendefragile sai, ora che quello che
ha, non brilla più come oro, non pensa a farsidonne ipocrite, tu dentro
non sei come loro, non è la grana che ti spinge, maè la voglia, di
essere un nome inciso a fuoco nella storia, come una luce da seguire,
con la stessa frase in testa impressa fino alla fine :
Ci sei solo tu, con quella porta davanti
(e un tiro da segnare che aspetta per svelarti se… )
tu ti fai i sogni per cui tu corri
(li meriti davvero o son solo illusioni folli !)
Solo tu e quella porta più in là
(sotto i fischi di tutti quando quel tiro non va)
particolari sciocchi
(se pari si vede dagli occhi)
niente paura tu corri, tu corri
niente paura tu corri
Solo tu . . . solo tu . . . sotto i fischi di tutti se quel tiro non
va,particolari sciocchi . . . se pari si vede dagli occhi . . .niente
paura tu corri

 
 

ho visto questo articolo su angelo arrigo, l’ho trovato interessante

e lo condivido con voi

a parte il rapporto con la natura

mi evoca il coraggio di un  uomo

capace di volare in alto

guardando con tenacia il cielo

calcola il rischio, ma chi vuol volare

sfida le burrasche

e vola per librarsi nel cielo

fiero di esistere

dal sito http://www.angelodarrigo.com/leparole_it.php

LE PAROLE che ci ha lasciato

"Spingendo quotidianamente i nostri limiti riusciamo, a piccoli passi, a superare le paure che ci vietano il possesso della nostra esistenza"

  • L’ampiezza degli spazi aerei, la libertà di non seguire un percorso stabilito da una strada; e i tuffi in picchiata nel vuoto con le ali dispiegate a reggere il peso, le accelerazioni gravitazionali nelle virate, la terza dimensione … In me, tutto tende all’aria. Finché i miei piedi toccano terra fremo dal desiderio di librarmi.
    E’ come una febbre. Perché volare è uno sguardo alternativo sulla realtà che schiude la fantasia …
  • Chi sa davvero suonare il pianoforte può farlo ad occhi chiusi; la musica non è nelle mani, ma nella mente, nei sensi, nell’istinto. Volare “a occhi chiusi”, senza riferimenti tecnologici, era per me passare dal volo matematico al volo istintivo. Dopo la fase delle competizioni ero passato a una fase di transizione, dedicata alla ricerca del record, dal confronto agonistico al superamento del limite. … avevo capito che bisogna prima superare se stessi. La misura universale è anche misura personale. Così, spostando il mio interesse dal cronometro all’interiorità, cominciai a vivere pienamente la realtà filosofica del volo.
  • Sono qui, immerso con la mia ala tecnologica in una poderosa corrente ascensionale che mi porterà con sé in volo libero, come un uccello veleggiatore, sopra il tetto del mondo. In tanti mi hanno detto: è impossibile. Non conoscevano la “teoria del calabrone”. Il suo volo è tuttora un mistero di cui si è occupata anche la NASA. Dall’analisi di peso e forma del corpo in rapporto alla superficie e al profilo alari risulta semplicemente “no fly”: secondo le leggi dell’aerodinamica è impossibile che il calabrone stia sospeso in aria. Eppure ci sta. Qualcuno ha trovato una risposta. Tutto dice che il calabrone non potrebbe volare. Ma lui ci riesce perché non lo sa.
  • Credo che la principale facoltà dell’essere umano sia quella di fare uso della propria intelligenza e fantasia; il connubio di questi due parametri fondamentali crea un’alchimia particolarmente fantastica, che può annullare il peso della terra come anche la leggerezza dell’aria. Questo significa che in realtà siamo noi gli artisti e gli artefici del nostro quotidiano e del nostro vissuto.
  • Il germe della rinuncia non si dà mai facilmente per vinto. Come si combatte l’impulso a desistere? Con la determinazione. Un’atleta che si imbatte in un’avventura non scevra di rischi ha messo a fuoco l’obiettivo nel mirino già molto prima di partire. E’ quella la motivazione che lo sostiene e che gli permette di andare avanti: il taglio del traguardo. Andare avanti, da guerriero, nonostante tutto. Anche quando ogni cosa sembra congiurare contro di te. Anche quando gli elementi, la tecnologia, l’universo intero sembrano essersi coalizzati per farti fallire. Per quanto mi riguarda è proprio in questi momenti che vengono fuori le energie migliori, quando sento che sta diventando difficile e che devo, più che mai, essere presente a me stesso, pronto a una decisione dell’ultimo istante.
  • Con gli anni ho imparato che un percorso è fatto di tante piccole tappe intermedie, più a portata di mano, prima della destinazione ultima. E’ un approccio che mi deriva dalla mia esperienza dell’arrampicata sportiva. Quando sei ancora in basso, arrampicato a una parete, ti sembra quasi impossibile arrivare in cima. Ma se intanto avanzi di un metro, dopo ti porrai il problema del successivo, e così via. Guardando soltanto a quello, mai alla cima lontana. Procedendo a piccoli passi, come in un labirinto, dove ogni svolta è fondamentale per trovare l’uscita.
  • Mi piacerebbe riuscire a far passare diffusamente un messaggio di grande rispetto per l’ambiente. …spesso l’uomo si sente padrone dell’ambiente, padrone dell’area che lo circonda. E questa è la peggiore conseguenza del fatto che le grandi Potenze hanno indotto il singolo a sentirsi proprietario dell’area in cui abita e respira. Voglio, ciò nonostante, sperare che nel futuro mio, dei miei figli, di tutti, questo modo di pensare possa essere ribaltato, e che le grandi Potenze possano anch’esse sentirsi ospiti di un ambiente magnifico, in un nuovo contesto nel quale poter vivere meglio domani e in cui l’ospite rispetta prima di tutto chi lo sta ospitando. Noi ospiti della terra dovremmo imparare a rispettare la nostra terra.
  • Lo scambio culturale è uno degli aspetti che mi rimangono più cari dei miei viaggi in giro per il mondo. La comunicazione non è necessariamente un fatto verbale, quanto un voler dire all’altro qualche cosa. Se con gli abitanti di Tozeur potevo parlare in francese, con i Tuareg potevo ricorrere ai gesti o ai disegni tracciati sulla sabbia, e a molti, molti sorrisi; eppure riuscivo a farmi intendere perfettamente. Mi sorprendevo in discussioni impegnative che a volte mi risulta difficile avere con persone della mia stessa lingua.
  • Come nel Sahara, e in tutti i paesi veramente poveri, quando sei ospite, sei un ospite d’onore e ti viene offerto il meglio possibile. Da allora, l’evento scientifico-sportivo che stavo vivendo divenne un’avventura umana di grande intensità. E, per me,non esiste avventura degna di essere vissuta che non sia prima di tutto uno scambio tra culture, reciproca conoscenza, arricchimento interiore.
  • Credo che l’uomo, a causa di interessi commerciali, di obiettivi bellici, sia andato troppo veloce nella ricerca del volo… Invece, a me piace pensare che manchi una importante cartella in tutto ciò, quella legata al mondo della natura. Questo file l’uomo l’ha chiuso troppo in fretta, prima ancora di avere indagato a sufficienza; è passato subito alla conclusione per avanzare, arrivare più fresco e prima del nemico o dell’antagonista commerciale, ecc. Ebbene, in questi anni, la Nasa, cioè il più grande ente mondiale di analisi sull’aerodinamica, sui profili alari e su tutto ciò che concerne il volo, è giunta ad una certezza: l’uomo può volare a mach 2, mach 3, due, tre volte e anche più della velocità del suono. Eppure non riesce a volare come volano le aquile, i falchi, Cioè non riesce a fermarsi per aria. Un velivolo dell’uomo non riesce oggi a fermarsi per aria, se non facendo uso di attrezzature altamente sofisticate, motori che spingono dal basso verso l’alto, ecc. Un velivolo non riesce a fare quello che fa nel semplice volo un’aquila: fermarsi per aria, osservare e poi eseguire lo spostamento secondo gli obiettivi prescelti. Quindi, non à vero che oggi l’uomo ha completato la sua  ricerca sul volo: manca un pezzo. Io sto cercando di fare quello che senz’altro avrebbe tentato Leonardo da Vinci oppure Otto Lilienthal: riuscire a capire di più in merito alle basse velocità, riuscire a rendere il volo più umano, più istintivo, più animale, meno meccanico. Per questo sto cercando di ripercorrere il volo come se io stesso fossi un’aquila, addirittura il papà di un’aquila; sto tentando di entrare nel loro meccanismo di pensiero per fare più o meno quello che loro riescono a fare. Questa è la metamorfosi, come indica il nome stesso del progetto. Trasformazione. Ed evoluzione perché trasformarsi significa evolvere, far uso di quanto sapevo prima per riuscire ad aggiungere cose nuove e, grazie a queste novità, progredire.
  • Il silenzio è una grande stanza, nella quale entro quando voglio e come voglio; grazie all’energia che recupero in questa stanza riesco a focalizzare delle cose nel modo migliore. Il silenzio contribuisce e mi aiuta a focalizzare con maggior precisione quelli che sono i miei obiettivi. Sono un amante della musica, da quella classica a quella moderna, passando dal rock, al jazz, al blues. Amo tutta la musica fondamentalmente, purché rispetti l’armonia, eppure quando devo pensare o scrivere qualcosa, ebbene ho bisogno di isolarmi da tutto quello che può essere suono esterno, quindi anche dalla musica. E questo mi fa pensare che il silenzio sia un ingrediente di creatività che ti permette di esprimerti con la massima interiorità possibile. Mi piace pensare il silenzio come la grande stanza del creativo, che ognuno di noi contiene in se, e a cui ognuno, quando vuole e come vuole, può attingere.
  • Nei miei viaggi attraverso il mondo, i deserti, gli oceani, i mari, le montagne, ho avuto sempre momenti estremamente lunghi di solitudine. E la solitudine è il miglior modo per ritrovare se stessi. Sono le situazioni ovattate a consentirti di far emergere quella parte di te che altrimenti sarebbe repressa o comunque … Sconosciuta.
  • A contatto con la sofferenza fisica o psicologica, rimetti talmente in questione te stesso e i tuoi valori che, forse, la persona che sei all’uscita, se ne esci, non è più quella che è entrata. Nulla avviene per caso. Ogni episodio ha avuto un senso; … Dopo l’incidente di gara di alcuni anni prima, la mia disavventura libica mi ha spinto a mettere a fuoco ciò che volevo davvero. E mi ha insegnato a non disperare mai, una lezione che mi è  stata poi di grande aiuto in molte circostanze, nelle solitudini della tundra siberiana come durante la lunga marcia verso l’Everest.

 

Molti mi chiedono che cosa mi spinga ad andare sempre oltre. Non è agonismo: con le sfide ho smesso da anni. Non è nemmeno il bisogno di misurarmi con i miei limiti, come a volte ho creduto. No, è  qualcosa di più semplice e intimo: l’istinto di esistere nella natura a modo mio. Un istinto che mi tiene sveglio la notte, che mi illumina e mi entusiasma. Non seguirlo sarebbe tradire me stesso. Se riesco a sentirmi pienamente vivo soltanto immerso in spazi sconfinati, libero nell’aria sopra deserti o ghiacciai, vulcani o pianure, fiumi, mari, montagne, non è  per qualcosa che cerco, ma per quello che sono.

La mia vita, in fondo, è  questo: un grande volo per tornare alle origini, a uno sguardo di gabbiano sulle falesie della Normandia.

 

 

 

 
 
 
dedico questo video al mio papà
 
Ti insegnerò a nuotare
Così vedrai che il mare saprà chi sei quando l’ abbracci
E sulle sue onde ti farà dormire

Ti insegnerò che dare è meglio che avere
Perché se non ti aspetti niente
Ciò che ti arriva lo saprai godere

Ti insegnerò che avrai coraggio
Soltanto quando avrai paura e che la felicità

Se la vuoi si trova
Ricordati che vola solo chi osa
Diglielo tu al mondo come si fa
Diglielo tu al mondo come si fa
Dagli un motivo per cambiare qualcosa
E usa l’ironia che l’ironia ti consola
che te ne frega dai pure del tu
Dagli del tu a chi vuoi tu ..e tutto il mondo sarà una casa

Ti insegnerò a stirare e ai tuoi 18 anni mi stirerai il vestito
Ti prenderò la mano e sopra una carrozza ti porterò a ballare
Perché sarò il tuo re e non dimenticare che nelle scelte umane un re si può sbagliare
E se succederà ti prego non lo odiare

Solo così vedrai che la felicità…
Se la vuoi si trova, ricordati che vola solo chi osa
Dimmelo tu amore come si fa,
dimmelo tu amore come si fa
dammi un motivo per cambiare qualcosa
e ascoltali i consigli poi però fai da sola
E che te ne frega dai pure del tu
Dagli del tu a chi vuoi tu e tutto il mondo sarà una casa… casa..casa

Avrai coraggio solo se avrai paura
rimpianti ed i rimorsi sono la stessa cosa
E se in un momento strano della tua vita
Senti che stai per cambiare
Bè, allora è l’ora
Bacio



  • Nessuno.
  • demi: Mi fa piacere che ti è piaciuta la canzone. Grazie mille per la Segnalazione poi.......Gentilissimo e complimenti per il templete, un saluto demk
  • chiara: in un mondo come il nostro dove il rumore e il caos sembrano non finire mai, ritrovare un po\' di silenzio è l\'unico modo per ritrovare noi stessi..
  • .♥.ĿōvάЬĿ℮ ≡ CĿάssiғic.: LiNKAMiii! E CHE CAZZO!!!